ANNO
2018
LUOGO
Milano (MI), Italia
PROGRAMMA
Riqualificazione |
Spazi per la collettività | Museografia
SUPERFICIE
130 mq
IMPORTO LAVORI
150.000 euro
COMMITTENTE
Fondazione Triennale di Milano
PROGETTISTI
STARTT (architettura)
Alfredo Pirri (arte)
STATO
PROGETTO FINALISTA
TERZO CLASSIFICATO - Concorso
Dalla collaborazione con Alfredo Pirri, maestro dell’arte contemporanea italiana, nasce il progetto per la nuova sede dell’Urban Center nella Triennale di Milano: un’opera d’arte immersiva, a scala architettonica, che racconta la città di Milano.
La TENDA DI GOETHE è il progetto finalista presentato da STARTT al concorso per la nuova sede dell’Urban Center nella Triennale di Milano, che prevede la trasformazione dell’originaria casina del custode in un nuovo spazio espositivo dedicato alle trasformazioni urbane della città di Milano. Il Palazzo della Triennale è uno degli edifici emblematici del razionalismo italiano e dell’invenzione del palazzo espositivo moderno, che ha ospitato negli anni mostre leggendarie. La sua immagine, disegnata da Muzio e amplificata dai molti artisti che vi sono intervenuti, lo hanno reso un luogo iconico della città e dell’immaginario legato alla produzione culturale. Era quindi necessario assumere lo spirito di Muzio: disegnare uno spazio leggero in continuità con gli elementi dell’architettura del Palazzo della Triennale. La scatola edilizia viene aperta per ritrovare la relazione con l’ingresso e definire la sequenza atrio – vestibolo – giardino: una sequenza scandita dalla luce delle finestre dell’Urban Center che, come negli spazi originari, guida il percorso dall’atrio all’interno del nuovo spazio e apre lo sguardo verso lo scalone interno.
Il progetto coinvolge Alfredo Pirri in omaggio alla partecipazione di grandi artisti al progetto di Giovanni Muzio per il Palazzo dell’Arte (tra cui Achille Funi, Gino Severini, Giorgio De Chirico e Mario Sironi).
Il risultato di questa collaborazione è un’opera d’arte immersiva che concorre all’articolazione spaziale dell’Urban Center: un mosaico pavimentale a strati di specchi definito da un involucro tessile e collocato in corrispondenza dello svuotamento del solaio al primo piano. L’opera d’arte diventa quindi un dispositivo di comunicazione che racconta la città storica, utopica e in trasformazione: un omaggio a Milano e all’idea di Milano come costruzione della città moderna. Il richiamo è a Boccioni e all’opera come narrazione del panorama emergente di una città in crescita.