ANNO
2014
LUOGO
Ex Corderie dell’Arsenale, Venezia
PROGRAMMA
Installazione | Ricerca
VOLUME
5,5 x 4,5 x 1,25 m
COMMITTENTE
Biennale di Venezia
CURATORE
Rem Koolhaas
PROGETTISTI
STARTT
CONTRIBUTI SCIENTIFICI
Prof. Christian Marazzi
(economia finanziaria)
Prof. Marco Geddes
(programmazione sanitaria)
Prof.ssa Francesca Romana Stabile
(ricerca storica)
STATO
REALIZZATO
FOTO
Gabriele Lungarella
Con la storia dell’Ospedale San Giacomo di Roma, presentata alla 14.esima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, STARTT denuncia i conflitti che attraversano l’architettura e gli spazi pubblici urbani.
In occasione della 14.esima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, la sezione Monditalia descriveva l’Italia attraverso 40 architetture altamente rappresentative dello stato attuale del paese.
STARTT presenta il caso studio dell’Ospedale San Giacomo di Roma, antica Istituzione pubblica della città, codice 476-480 della mappa di Roma del Nolli. Fondato nel 1339 e chiuso nel 2008 dalla Regione Lazio, per essere destinato alla vendita all’interno delle misure anticrisi per il controllo della spesa. Il complesso ospedaliero rimane in seguito abbandonato, preso nella battaglia legale tra l’amministrazione pubblica che sostiene la cartolarizzazione e la cittadinanza che ne difendono l’uso pubblico. Una sorta di buco nella mappa dei Nolli: né poché nero della città privata, né campo bianco degli spazi pubblici e delle istituzioni.
IL FANTASMA DEL NOLLI, concepito come una macchina scenica al centro delle colonne delle Corderie dell’Arsenale, riattiva la memoria del San Giacomo: le persone possono attraversare il modello dell’ospedale, sospeso sopra la mappa del Nolli dissacrata in forma di tappeto, e osservare al suo interno la ricostruzione delle vicende dell’edificio.
La chiusura del San Giacomo pone insieme la questione dello statuto del patrimonio, del ruolo delle Istituzioni del welfare e dell’identità della città europea, che si è articolata e stratificata intorno alle sue istituzioni pubbliche.
Nella sua sospensione come corpo fantasma, il San Giacomo rappresenta una risorsa latente e potente da interrogare – attraverso lo strumento del progetto – per ripensare l’architettura dei beni comuni, nello specifico della salute, nel tempo della società dell’informazione, dentro i tessuti densi e altamente artificiali della condizione urbana contemporanea e oltre i processi di crisi.