ANNO
2022
LUOGO
Carrara
PROGRAMMA
Museografia |
Recupero |
Culture
SUPERFICIE
900 mq
COMMITTENTE
Comune di Carrara (MS)
GEMEG
CURATRICE
Laura Barreca
PROGETTISTI
STARTT
(architettura - progetto museografico)
Claudio Laganà
(strutture)
Pierluca Mussi
(progettista antincendio)
Rebecca Nerini
(progetto grafico)
CONTRIBUTO STRAORDINARIO
GEMEG
Accademia delle Belle Arti di Carrara
STATO
REALIZZATO
FOTO
Aldo Amoretti
Il museo viene riorganizzato pensando alla relazione con la città, allestendo la collezione permanente al piano primo della struttura, con l’obbiettivo di lasciare gli spazi del piano terra liberi e flessibili per gli eventi temporanei del museo, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti e con l’associazionismo civico.
Il progetto per il MudaC – Museo delle Arti di Carrara consiste nel riallestimento della collezione civica di arte contemporanea e nella definizione di una nuova veste espositiva del museo all’interno dell’ex convento di San Francesco, edificio di origini seicentesche situato al margine del centro storico della città.
La collezione era posizionata al piano terra dell’edificio su pochi grandi espositori che accoglievano tutte le opere, non restituendo lo spazio necessario per la piena fruizione delle sculture. Questa scelta concentrava tutta la collezione in pochi spazi rendendo difficoltoso l’accesso e l’utilizzo del piano superiore per possibili esposizioni temporanee, necessarie alle attività di ogni museo.
Il progetto per il MudaC ha l’obiettivo di ricostruire una corretta funzionalità dell’edificio, riaprendo gli ambienti del piano terra alla relazione con la città. Il riallestimento della collezione civica al piano superiore è occasione per ripensare l’allestimento delle sculture. Le opere sono raccolte in tre grandi sezioni tematiche – le sculture libere delle biennali storiche di Carrara, le grandi lastre incise della mostra disegnare il marmo, gli oggetti eccezionali delle nuove acquisizioni. Le opere sono associate per famiglie figurative con l’obiettivo di costruire un dialogo tra loro, con lo spazio e il percorso del visitatore. L’allestimento ricerca l’essenzialità per valorizzare le qualità plastiche delle sculture attraverso la luce, annullando il rumore di colori e tessiture in contrasto con le caratteristiche del marmo. Anche il supporto espositivo è ridotto al minimo e distribuito nei suoi aspetti strutturali al di sotto della grande pedana pavimentale, al fine di instaurare un dialogo diretto tra opera scultorea e spazio architettonico; in questo modo le opere della collezione dialogano senza mediazione con gli elementi in marmo inglobati nel muro seicentesco della fabbrica (mensole, capitelli, colonne). La stratigrafia dell’edificio entra in gioco con le sculture in un rimando di moderni e antichi objet trouvè.
L’intervento rende nuovamente fruibile un importante collezione italiana di arte contemporanea – che raccoglie i lavori di artisti del calibro di Nunzio, Andrea Branzi, Grazia Toderi, Davide Tremlett, Ceroli, Alfred Jarry, Carol Rama, Fabio Viale, Yuri Ancarani e tanti altri – ricostruendo una corretta relazione tra opere e spazio.